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SI SCRIVE LEADER, SI LEGGE …

Nel corso della mia carriera con l’Inter e con la Nazionale Argentina ho avuto la fortuna di lavorare con tanti allenatori di prestigio (e con tanti altri lavorerò in futuro), ognuno con diverse peculiarità, che mi hanno insegnato tanto. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa che ha contribuito alla mia crescita sia come calciatore che come uomo, ma da Mourinho posso ammettere di aver appreso l’importanza di rappresentare un punto di riferimento per i miei compagni.

Parlando di personalità forti e di capacità di leadership, infatti, la prima persona che mi viene in mente è José Mourinho.

Ad oggi lui è stato senza dubbio l’allenatore per il quale la leadership all’interno dello spogliatoio contava di più. Le sue vittorie nel corso della carriera ne sono la dimostrazione, non ultima la vittoria dell’Europa League con il Manchester United in questa stagione.

Mourinho aveva una grande personalità e un eccezionale temperamento, ma sapeva gestirsi e rimanere sempre calmo. Ci trasmetteva tutta la sua convinzione e ci dava grande fiducia anche nei momenti di difficoltà. E poi era uno che faceva quello che diceva, parlava con i fatti.

Ricordo due momenti particolari in cui il suo lavoro a livello psicologico è risultato fondamentale per tutti noi giocatori.

Il primo risale alla partita di Champions League 2009/2010. Era l’anno del triplete e stavamo giocando la penultima partita del girone in trasferta contro la Dinamo Kiev. Alla fine del primo tempo eravamo sotto di un gol e nevicava. Durante l’intervallo Mourinho ci riunì nello spogliatoio, sapevamo che stavamo perdendo non meritandolo, e l’unica cosa che ci disse fu «Dobbiamo rischiare». Lo disse con calma, ma con una tale convinzione che quando tornammo in campo sentivamo di potercela fare.

Durante il secondo tempo fece alcuni cambi mirati per vincere e darci la spinta per superare la difficoltà. Avevamo capito che avremmo potuto farcela nonostante le avversità anche dal punto di vista meteorologico. Alla fine vincemmo 2-1 e superammo il girone.

Il secondo momento invece risale ovviamente alla Finale di Champions League del 2010 a Madrid contro il Bayern Monaco. Prima della partita il mister non parlò molto, ci disse solo di crederci e rischiare, perché se lo avessimo fatto e avessimo avuto fiducia nei nostri mezzi saremmo rimasti nella storia.

Bastarono quelle parole per infonderci la fiducia di cui avevamo bisogno. Quando scendemmo in campo avevamo la convinzione di potercela fare, e soprattutto volevamo davvero rimanere nella storia del club conquistando un trofeo che mancava da tantissimo tempo. Fortunatamente andò come speravamo, e la nostra impresa resterà nella storia per sempre.

Comments (3)

#Jz4 ti aspettavamo oggi ad Assago….

Grande Javier! Il rischio e’
parte integrante della convinzione. La calma e’ una grande virtu’ e infonderla
in un gruppo di 20/22 elementi e’ segno di grande intelligenza. Bravo
anche il gruppo a seguire la
via indicata dal Mister! Siete stati unici! ⚫️????⭐️????#AB

RISCHIO e CONVINZIONE, sono le parole che mi saltano di più all’occhio: ho capito che è giunto correre il rischio di fare qualcosa, anche perché se non lo si fa, non si possono ottenere risultati, e mentre si corre il rischio, dobbiamo essere molto convinto di ciò che facciamo.
Inoltre, anche in questo post, viene fuori come la CALMA sia una costante nell’atteggiamento del Leader.
Grazie capitano!!

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